La mia balena… sul fiume Giona a Maccagno
Un’opera pubblica che ha diviso in due fazioni i cittadini di Maccagno: il Civico Museo “Parisi Valle” vuole celebrare il 25° anniversario dall’inaugurazione, il 16 maggio 1998, con un omaggio al suo creatore, l’architetto Maurizio Sacripanti, dal cui disegno, elaborato tra il 1977 e il 1980, prese forma il sogno di gettare un ponte per l’arte sospeso sopra il fiume Giona, in dialogo con le rive del lago Maggiore
MACCAGNO – Sabato 22 aprile alle ore 17.30, verrà inaugurata la mostra: “La mia balena. Il museo di Maurizio Sacripanti sul fiume Giona a Maccagno”, curata da Andrea Michele Sacripanti, Carlo Serafini, Patrizia Buzzi, Federico Crimi e Davide Fusari e realizzata con materiale proveniente dal Fondo Maurizio Sacripanti dell’Accademia Nazionale di San Luca a Roma (antichissima Accademia che affonda le sue radici all’epoca di Sisto IV; dedicata a San Luca, pittore e iniziatore della tradizione artistica cristiana, fu diretta dal 1593 dal Principe Federico Zuccari con l’obiettivo di elevare il lavoro degli artisti al di sopra del semplice artigianato), e dall’Archivio Maurizio Sacripanti nella Collezione Architettura del MAXXI di Roma (il prestigioso Museo nazionale delle arti del XXI secolo, progettato da Zaha Hadid e Patrik Schumacher, gestito dall’omonima Fondazione del Ministero per i beni e le attività culturali, diviso in due sezioni, arte e architettura), oltre a documenti dall’Archivio comunale di Maccagno con Pino e Veddasca (Va).
La nuova esposizione, che si avvale del Patrocinio dell’Accademia Nazionale di San Luca e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Varese, insieme con il supporto del MAXXI di Roma, ricostruisce le diverse fasi di elaborazione progettuale – attraverso disegni inediti – e ne documenta il complesso cantiere, avviato nel 1981 e concluso nel 1998. Suggestive le prospettive interne e le ambientazioni create dall’abile mano dell’architetto, oltre alle riflessioni per immagini, fulcro della Sequenza spaziale della fotografa Allegra Martin. Video, interviste e documenti completano la rassegna. “Un’indiscussa opera d’arte o un elemento di disturbo, posto in un’area tanto preziosa e delicata?” Se lo chiedono il Sindaco Fabio Passera e l’Assessore alla Cultura, Elisabetta Cornolò. Entrambi sono dell’idea che “ci sono validi motivi per sostenere una o l’altra delle due tesi. Certo è che, fin dal primo giorno, l’Amministrazione Comunale ha sempre cercato di riempirlo di contenuti per farlo diventare un punto di riferimento culturale dal respiro internazionale. Sicuramente, il nostro Museo è entrato nella storia dell’architettura moderna, rendendo immortale il suo ideatore”.
Obiettivo, spiega Federico Crimi, è quello di fissare un primo tassello per un percorso di rivalutazione dell’architettura del museo e dell’opera di Maurizio Sacripanti che, grazie a collaborazioni sempre più allargate, possa replicarsi negli anni, accrescendo l’interesse locale e internazionale sul valore della migliore architettura moderna e contemporanea. La straordinaria valenza architettonica del “Parisi Valle” venne riconosciuta ancora prima della sua conclusione: nel 1992 ottenne il prestigioso “Premio Nazionale IN/ARCH 1991-92 per un complesso edilizio direzionale, culturale e di servizio”, assegnato da una Commissione giudicatrice composta dagli architetti Giuliano Gresleri, Sergio Lenci, Manfredi Nicoletti, Enzo Zacchiroli e Bruno Zevi. ”Il progetto di Sacripanti per un museo-ponte sul fiume Giona (affluente del Lago Maggiore) – così si espressero i membri della Commissione – si inserisce nella recente tradizione progettuale di un riconosciuto maestro del moderno, non ancora adeguatamente studiato e valutato in relazione agli sviluppi dell’architettura moderna in Italia. Il progetto di Maccagno si collega ad altri celebri lavori di Sacripanti, che tutti testimoniano del piacere per la mutazione, l’invenzione continua, l’oscillazione tra razionalismo e organicismo, l’incompiuto e la ‘creazione aperta’. Sacripanti ha creato a Maccagno un organismo vivo, disarticolato in una serie continua di percorsi che si integrano agli elementi naturali (acqua, aria, cielo, alberi) accogliendo nel progetto le valenze del sito, non come metaforica e retorica allusione, ma come reali materiali costruttivi dell’architettura. L’organismo cementizio che si specchia e si raddoppia nel fiume, sospeso com’è tra acqua e aria, raggiunge in alcuni dettagli la naturalezza del creato, piegando l’artificio a una volontà di stare, comunque, entro la natura: le luci vi trasaliscono tra verde e azzurro raggiungendo momenti di rara suggestione. Le qualità plastiche dell’edificio si accompagnano poi a un uso degli spazi sapientemente integrato tra luoghi espositivi e spazi per la gente, creando un labirinto esplorabile e riconoscibile in ogni suo punto, capace di comunicare valori architettonici nella più genuina tradizione del Moderno.” Ma chi era Maurizio Sacripanti? Stimato e apprezzato da Vittorio Gregotti, e considerato da Franco Purini il proprio maestro, nacque a Roma nel 1916 e si laureò in Architettura nel 1941. Nel 1945 De Renzi lo chiamò come assistente straordinario al suo corso di Elementi di architettura, dando così avvio ad una carriera universitaria che porterà Sacripanti a ricoprire quella stessa cattedra alla facoltà di Architettura di Roma, quindi quella di Composizione architettonica e infine quella di Scenografia.
Negli anni Sessanta, Roma era al centro di una ricerca artistica internazionale; si respirava la grande tradizione barocca: erano tanti coloro che amavano il passato. In un’intervista, Sacripanti si definì antico: “il passato – queste le sue parole – insegna come prima cosa che non può essere copiato; il senso dell’architettura moderna – sosteneva – è il passaggio dalla tradizione al futuro. E più scopriamo il futuro, più comprendiamo la storia”. Tra i numerosi progetti, il Grattacielo Peugeot a Buenos Aires (1961); il Teatro lirico a Cagliari (1965), il Padiglione italiano all’Expo di Osaka (1968), il progetto per il nuovo Museo degli Eremitani a Padova (1968), la piazza e il teatro a Forlì (1976-1981), il Museo della Scienza a Roma (1982-83). In lui il tema del ponte è centrale: esso permette l’esistenza di uno spazio vuoto sottostante e riconduce alla metafora del valico e della sospensione. L’etimologia della parola rimanda a pontifex, il massimo sacerdote che, per antonomasia, costruiva ponti che conducevano “oltre”. Anche il tempo, in quanto percezione di un movimento continuo, trova perfetta espressione nella struttura del “Parisi Valle”, affacciato sul fiume Giona, che sembra scandire il proprio essere in sintonia con il perenne scorrere del fiume sottostante. Ci piace pensare quindi, che il piccolo grande gioiello incastonato tra le sponde del Giona, abbia rappresentato per Sacripanti l’espressione più riuscita di tutta la sua idea e il suo sogno di architettura.
La mostra rimarrà aperta fino al 2 luglio 2023. Orari: il venerdì dalle ore 15.00 alle ore 19.00 Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 15.00 alle ore 19.00 Si svolgeranno eventi a tema e percorsi guidati organizzate dai curatori e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Varese.
Per informazioni e prenotazioni: 0332 561202 Civico Museo “Parisi Valle” Via Leopoldo Gianpaolo 1 21061 Maccagno con Pino e Veddasca (Va)