La felicità svelata dall’Università dell’Insubria
Che cosa ci fa soffrire e che cosa ci appaga nel contesto della società e nella nostra sfera intima? Gli studenti di Scienze della comunicazione provano a rispondere con una ricerca
VARESE – Un’indagine sociologica per definire il livello di percezione della «Felicità pubblica e privata»: l’hanno svolta, coordinati da Franz Foti, gli studenti di Comunicazione pubblica e istituzionale del secondo anno del corso di laurea in Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria, nell’ambito del Disuit, il Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio.
La ricerca, condotta nell’arco di un trimestre, è stata suddivisa in tre fasi: raccolta dati, elaborazione, riflessione. È stato formulato un questionario in versione cartacea e digitale. I sette quesiti proposti comprendono tematiche legate sia alla sfera intima-personale, sia alla sfera politico-istituzionale. L’obiettivo principale del sondaggio è quello di evidenziare le dinamiche socio-politiche e affettive che il sistema della comunicazione dovrà considerare.
Dall’analisi generale dei 1029 campioni analizzati, il 60% è composto da donne e il restante 40% da uomini. È emerso che l’area geografica maggiormente coinvolta è stata la Lombardia (con prevalenza delle province di Varese, Milano, Monza Brianza e Como). Altri questionari, in misura più ridotta, sono pervenuti dal Centro, dal Sud, e da Stati esteri (Norvegia, Svizzera, Stati Uniti, Perù).
La fascia di età più rappresentata è compresa tra i 18-35 anni (60%), seguita da quella media tra i 36-60 anni (34%) e da quella senior con oltre 60 anni (6%). Dal punto di vista professionale la componente più presente è stata quella dei lavoratori dipendenti (54%), seguita da quella degli studenti (36%).
Fra le sette tabelle analizzate è risultato che i punti di maggior sofferenza sociale risiedono nell’estesa ignoranza (46%) e nello sfruttamento del lavoro (44%). I danni esistenziali invece si collegano all’ipocrisia e al falso buonismo (45%), oltre che all’egoismo e alla sete di potere (43%). Appaganti per la felicità e il benessere sono l’amore (66%) e la famiglia (64%). Su questo fronte risultano altrettanto importanti il rispetto della natura e la qualità dell’istruzione, ambedue con il 51%.
Il questionario, sotto il profilo delle prospettive auspicate, sottolinea la valorizzazione dell’istruzione, della solidarietà, del merito e della promozione dell’arte e della cultura. Inoltre, per il campione analizzato, i cittadini si lasciano influenzare facilmente dai mezzi di comunicazione (70%) e si abbandonano alla fascinazione della demagogia, rimarcando la facilità con cui cambiano opinione (55%).
Di grande interesse appaiono le capacità indicate per governare il futuro: competenza (63%) e ideali (38%) quali fratellanza, libertà, lealtà, umiltà, solidarietà e tolleranza. Sono stati evidenziati anche i punti critici dell’informazione, dominata dalla manipolazione della verità (58%), dall’informazione banale e superficiale (52%) e dalla spettacolarizzazione di ogni cosa (33%).
Giulio Facchetti, presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione, commenta: «Da questo campione, composto prevalentemente da diplomati e laureati (82%), si configura una dimensione esistenziale legata alle tradizioni e orientata verso il superamento di condizioni di sofferenza sociale. È in questo quadro che vengono valorizzati la dignità della persona e i principi indispensabili per un futuro sostenibile, rispettoso dell’ambiente e all’insegna dell’arte, della cultura e della competenza».
Spiega Franz Foti, docente del corso di Comunicazione pubblica e istituzionale e coordinatore della ricerca: «Le premesse su cui si fonda questo progetto sono i profondi cambiamenti avvenuti nella società degli ultimi anni. Due indagini simili erano già state condotte da questo stesso corso di laurea nel 2014 e 2016. Il nostro lavoro prende spunto da quelle precedenti e focalizza l’attenzione sul maggior interesse verso i temi generali di carattere etico come la difesa dell’ambiente, i diritti civili e la lotta alla manipolazione dell’informazione».