Voce ad alunni e insegnanti per il nuovo Polo Scolastico di San Fermo
VARESE – A San Fermo è partita oggi la fase di progettazione condivisa della nuova scuola moderna, sostenibile, multidisciplinare e aperta al quartiere. Un percorso condiviso con i cittadini e il mondo della scuola che saranno chiamati a pensare, insieme ai progettisti e all’amministrazione, la prima community school che verrà realizzata nel quartiere di Varese.
Questa mattina ad essere protagonisti sono stati i bambini della primaria IV Novembre e i ragazzi della secondaria Don Rimoldi: chiamati, a turno, a raccontare a sindaco, assessori e progettisti come vorrebbero la loro nuova scuola. Nel pomeriggio è stato il turno invece degli insegnanti e del personale scolastico, invitati a loro volta a dare il proprio contributo.
In mattinata tutte le classi, a turno, si sono riunite nell’atrio delle due rispettive scuole, con gli studenti seduti in cerchio per indicare al sindaco Davide Galimberti, agli assessori Rossella Dimaggio, Andrea Civati, alla preside Luisa Oprandi e all’ingegnere Laura Menegaldo, i propri suggerimenti e idee per la realizzazione del nuovo polo scolastico.
“Vorrei ci fosse un teatro. Vorrei che le due scuole fossero vicine, con uno spazio comune”. Questi alcuni dei desideri che gli alunni hanno espresso al sindaco. E ancora c’è chi ha chiesto la presenza di una biblioteca con dei cuscini per leggere o delle aule da cui poter accedere direttamente al giardino. Una scuola con materiali in legno e pareti che si possono spostare. Tante idee anche per campi sportivi, dal basket al calcio, dalla palestra di arrampicata al parkour. Ma anche aule laboratorio e classi all’aperto. Sono queste alcune delle proposte che sono arrivate dagli studenti, redatte in veri e propri verbali consegnati poi al sindaco.
«La scuola ancora un volta è al centro della nostra attenzione – dichiara il sindaco Davide Galimberti – a San Fermo però stiamo sperimentando una modalità di partecipazione unica che vedrà coinvolto l’intero quartiere nella progettazione del nuovo polo scolastico. Un momento per dare voce a tutte le realtà che vivono il rione, con l’obiettivo di rendere gli spazi luoghi di crescita e formazione per tutta la comunità. Una scuola innovativa e aperta dunque, già nella fasi di progettazione».
Al pomeriggio è stata poi la volta degli insegnanti. Anche a loro è stato illustrata una prima bozza di progetto alla quale partecipare per la stesura di quello definitivo. Un percorso dunque condiviso per realizzare una scuola innovativa ma adatta alle esigenze di chi le aule le vive tutti i giorni, insegnanti e alunni. A guidare la discussione insieme all’amministrazione c’erano anche i progettisti che si sono aggiudicati il bando del Comune. Un team di giovani architetti che negli ultimi anni ha vinto prestigiosi premi istituiti dall’ordine nazionale degli architetti, proprio legati alla progettazione di nuove scuole. Si tratta infatti di Archisbang e di BDR bureau, vincitori rispettivamente, e proprio con due scuole, della menzione d’onore al Premio Architetto Italiano 2020 e del Premio giovane talento dell’architettura italiana 2019.
«Una scuola moderna ed efficiente è il primo passo per favorire l’apprendimento – ha detto l’assessora ai Servizi Educativi Rossella Dimaggio – ripensare le strutture scolastiche significa prendere le mosse dalle reali esigenze di chi vive e si muove tutti i giorni in questi luoghi della formazione».
Un percorso partecipato che non si ferma perchè si proseguirà con altri incontri e poi il 24 giugno quando saranno coinvolti ancora gli insegnanti, i genitori, gli alunni, le associazioni locali e sportive e più in generale il quartiere ed il suo consiglio. L’obiettivo è arrivare presto ad un progetto condiviso che porterà a San Fermo una vera community school aperta alla cittadinanza.
«Questo è un nuovo tassello nel processo di riqualificazione degli edifici scolastici – dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Civati – Un percorso iniziato in tante altre scuole ma qui a San Fermo stiamo costruendo una scuola del futuro già nella fase di partecipazione. Un laboratorio di quartiere senza precedenti per Varese».