Marco Cavallotti nuovo dg dell’Insubria
Tra i protagonisti del Progetto Bicocca, ha lavorato per creare alcune infrastrutture dell’ateneo di Varese e Como prima ancora della sua nascita: «Torno qui con l’obiettivo di snellire i processi della macchina amministrativa e motivare la squadra»
VARESE – Marco Cavallotti è il nuovo direttore generale dell’Università dell’Insubria: forte di una importante e pluriennale esperienza alla Statale e alla Bicocca di Milano, e di recente a Pavia, sarà in carica dal 1° luglio per tre anni. Si tratta di un passaggio di consegne programmato tra due professionisti di valore, sul quale il magnifico rettore Angelo Tagliabue interviene con un duplice saluto: «Ringrazio Gianni Penzo Doria per il l’ottimo lavoro svolto dal 2014 come direttore generale dell’Insubria e per aver saputo portare il suo approccio umanistico al mondo accademico. Accolgo Marco Cavallotti, uno dei protagonisti del Progetto Bicocca, certo che farà bene anche da noi».
Nato a Pavia nel 1960, laureato in economia e commercio, Marco Cavallotti ha iniziato la sua carriera all’Università degli Studi di Milano come supervisore e coordinatore di progetti riferiti a sedi universitarie. Nominato nel 1994 responsabile dell’Ufficio Coordinamento Tecnico – Progetto Bicocca, ha efficacemente contribuito alla realizzazione in soli quattro anni del più innovativo intervento di riqualificazione urbana mai effettuato in Italia ed uno dei più importanti d’Europa. Ed è stato anche coautore del progetto per la creazione della nuova Università di Milano Bicocca, che può oggi vantare invidiabili posizioni nei ranking nazionali ed internazionali.
Alla Bicocca Cavallotti ha poi ricoperto vari incarichi, tra cui quello di direttore generale nel 2017, si è occupato di gare e appalti e di numerosi progetti all’estero. Nel gennaio 2019 è passato all’Università di Pavia, dove ha diretto l’area complessa Tecnica Informatica e Sicurezza, composta da oltre cento persone.
Così Cavallotti racconta in sintesi il suo progetto per l’ateneo: «Sono particolarmente affezionato all’Università dell’Insubria: ho lavorato qui per creare le prime infrastrutture ancor prima del decreto istitutivo dell’ateneo. Per questo ho sempre seguito attentamente la sua crescita, l’evoluzione e i successi conseguiti. Il mio è quindi un ritorno, con un ruolo diverso e con l’esperienza maturata nel frattempo in ambiti più estesi. Le università pubbliche vivono una situazione difficile, dovendo da un lato misurarsi con i vincoli burocratici di una pubblica amministrazione e dall’altro partecipare attivamente alla corsa verso il futuro. Snellire i processi della macchina amministrativa e motivare la squadra sono i miei principali obiettivi, per consentire alle professionalità eccellenti, nella formazione e nella ricerca, e già ampiamente presenti in ateneo, di emergere e competere con efficacia».