Imprese femminili, in Lombardia opera il 13,6% dell’intero Paese
di Corrado Sartore
Sono 814.233 le imprese attive presenti in Lombardia al 31/12/2019. Di queste, il 19,4%, pari a 157.974 imprese, sono imprese femminili. In Italia le imprese ‘rosa’ sono invece 1.164.324 pari al 22,7% del totale su 5.137.678 imprese attive. E in Lombardia è concentrato il 13,6% di tutta Italia. È il dato che merge dalla ricerca ‘L’imprenditoria femminile in Lombardia, curata da PoliS-Lombardia, l’Istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia, condotta su dati Unioncamere e Confartigianato.
MATTINZOLI: SETTORE DA INCENTIVARE
“L’imprenditoria femminile rappresenta un grande valore che va incentivato e promosso”, spiega l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia Alessandro Mattinzoli commentando i dati della ricerca. “Un percorso che attraverso norme, campagne di sensibilizzazione stavamo realizzando, come dimostrano questi dati. L’emergenza sanitaria Covid-19, con le conseguenze sul piano socio-economico, non deve assolutamente farci perdere di vista questo settore. Anzi è nostro dovere adoperarci per continuare a valorizzare questo percorso”.
AUMENTO PROGRESSIVO
Tra il 2014-2019 – si legge nello studio – si può notare un progressivo aumento delle imprese femminili in Lombardia che passano dal 18,6% (150586) di inizio 2014 al 19,4% (157974) di dicembre 2019, con un incremento del 4,9%. Nello stesso periodo anche a livello nazionale le imprese femminili sono aumentate, passando dal 22,1% (1137952 imprese) di inizio 2014 al 22,7% (1164324 imprese) di dicembre 2019, con un incremento del 2,3%.
INCREMENTO FORTE A MONZA, MILANO E COMO
La diffusione delle imprese femminili – spiegano i curatori Silvana Fabrizio e Francesca Pierini – risulta piuttosto omogenea e coerente con il valore medio lombardo (19,4%). Si distinguono per valori molto superiori le province di Sondrio (24,3%) e di Pavia (22,4%). Se consideriamo il periodo 2014-2019, l’incremento di imprese femminili è stato rilevante nelle province di Monza e Brianza (+12,4%), di Milano (+10,6%) e di Como (+4,5%).
SERVIZI A FAMIGLIE E ISTRUZIONE
I settori dove si trova più imprenditorialità femminile cono quelli relativi ai servizi alle famiglie, come quelli che si occupano di istruzione (29,1%) o che operano nella sanità e nell’assistenza sociale (32,1%). In questi ambiti, infatti, quasi un’impresa su tre è gestita da donne, con tassi di femminilizzazione ben superiori alla media regionale. Seguono i servizi di alloggio e ristorazione (28,8%) e i servizi di supporto alle imprese (24,8%).
BENE LE DONNE CON IL CROWDFUNDING
Un tema ‘delicato’ è quello relativo all’accesso al credito dove le donne trovano maggiore difficoltà. Emerge però un dato importante. Le donne imprenditrici eccellono nel crowdfunding: le campagne condotte da donne hanno il 32% di probabilità in più di quelle condotte da uomini di essere finanziate.
LE CARICHE SOCIALI
Un altro capitolo che la ricerca affronta è quello delle cariche sociali all’interno delle imprese. La percentuale di amministratori e di titolari femmine risulta minore rispetto alla media nazionale; la percentuale che riguarda invece i soci e le altre cariche sociali rivestite da donne risulta essere leggermente superiore rispetto al valore medio nazionale. Per quanto riguarda la percentuale di titolari donne, si supera il valore medio lombardo (23,6%) nelle provincie di Sondrio (30%), Brescia (25,5%), Varese (25%), Mantova (24,6%) e Cremona (23,9%). Riguardo alla percentuale di soci donne, invece, solo 3 sono le provincie lombarde in cui si registra un valore minore alla media (39,7%): Pavia (39,5%), Bergamo (38,1%) e Brescia (31,8%). Le provincie lombarde, infine, in cui si ha una percentuale maggiore di amministratori donne sono quelle di Pavia (26,5%), Varese (26,1%) e Lecco (25,6%).
UN PO’ MENO GIOVANI
La ricerca si dedica anche all’età delle imprenditrici. La Lombardia si colloca al di sotto del valore medio nazionale delle donne sotto i 35 anni che hanno responsabilità aziendali con il 12%. Per quanto riguarda la diffusione di imprese femminili distribuite nelle varie provincie si delinea una situazione piuttosto omogenea rispetto alla media regionale (12%); una percentuale superiore alla media si registra nelle provincie di Lodi (13,6%), Bergamo (13,2%) e Brescia (13%). Le provincie in cui la percentuale di imprese femminili giovanili sul totale delle imprese femminili è più bassa sono invece Mantova (10,6%) e Como (11,2%).
IN TESTA NEL SETTORE HIGH TECH
Ultimo capitolo dedicato all’innovazione e in particolare al settore high tech. Nel 2018 un quinto (21%) delle imprese femminili italiane nei settori high tech si concentra in Lombardia con 7.167 imprese, anche se percentuale minore di imprese femminili sul totale delle imprese nei settori high tech rispetto alla media nazionale, rispettivamente del 14,3% e del 16%. In Lombardia le provincie che superano l’incidenza media delle imprese femminili high tech sul totale imprese del settore (16%) sono Sondrio (19,1%), Pavia (17,4%), Lodi (17,1%), Bergamo (16,4%) e Brescia (16,1%).
PIANI: INCREMENTO GRAZIE A MISURE DI CONCILIAZIONE MESSE IN CAMPO
“Il progressivo aumento del tasso di imprenditorialità femminile sul territorio lombardo, è frutto di politiche di conciliazione lavoro-famiglia che funzionano. Negli ultimi anni – ha spiegato l’assessore alla Famiglia, Genitorialità e Pari Opportunità, Silvia Piani – abbiamo infatti investito particolarmente sul supporto alle donne che non vogliono uscire dal mercato del lavoro dopo la nascita dei figli. In questo senso la misura ‘Nidi gratis’ è un esempio virtuoso a livello europeo”. In Lombardia la rete di servizi per l’infanzia è costituita da 1.804 asili nido, 283 micro-nidi, 289 nidi famiglia e 86 centri prima infanzia. In totale si tratta di 2.462 unità di offerta per oltre 63.000 posti. Il 25% delle donne che ha utilizzato uno strumento di conciliazione (come l’asilo nido) avrebbe lasciato il lavoro in mancanza di una struttura formale di assistenza. “In presenza di un maggior numero di servizi, cresce l’integrazione delle donne nel mercato del lavoro – puntualizza Piani – In Lombardia i Comuni coperti dai servizi per l’infanzia sono l’80,8%”.