martedì, Dicembre 24, 2024
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Cresce il gioco d’azzardo in Piemonte

Cassiani: “La Legge regionale è un flop, il gioco non diminuisce e si rischia ritorno della criminalità”

Fare un passo indietro e ripensare le norme per il gioco previste dalla legge regionale in Piemonte, che alla luce dei dati «è semplicemente fallimentare: la politica deve avere l’umiltà di ammettere quando sbaglia e prendere le adeguate contromisure». E’ quanto dice ad Agipronews il consigliere regionale del Partito Democratico e Vicepresidente commissione cultura ed istruzione, Luca Cassiani, commentando quanto venuto alla luce lunedì, nel corso di un’audizione con alcuni consiglieri regionali alla quale hanno partecipato le associazioni Astro e FIT.
Nel corso dell’audizione sono stati presentati i dati dei Monopoli di Stato che – nel confronto tra gli ultimi quattro mesi del 2017 e i primi quattro mesi del 2018 – evidenziano un leggero calo della raccolta complessiva in Piemonte del 3,8% (da 1,6 a 1,5 miliardi): mentre le slot risultano in forte calo (-28,2%), sono cresciuti altri tipi di gioco come le Videolotteries (+8,93%), i Gratta e Vinci (+11,7%) e il Lotto (+10,5%).
«Credo che alla luce di questi dati sia utile fare una riflessione, proseguendo gli incontri e le discussioni del tavolo di lavoro: anche le leggi pensate con le migliori intenzioni vanno valutate con gli effetti concreti – dice Cassiani – La legge attuale non centra assolutamente il primo obiettivo, che è quello di ridurre il gioco e di conseguenza i comportamenti problematici che possono derivare. Non c’è stata alcuna deterrenza sulla ludopatia. La necessità di regolare e ridurre l’offerta si è trasformata in una crociata proibizionista, che ha avuto l’unico obiettivo di mettere in ginocchio gestori ed esercenti, tra l’altro limitando un’unica tipologia di offerta. I numeri parlano da soli, la gente non ha smesso di giocare, si è semplicemente spostata su altri tipi di gioco». Lo spostamento poi è avvenuto anche materialmente, visto che «i distanziometri hanno creato delle zone nelle periferie in cui sono presenti dei mini casinò, con offerte molto più pericolose rispetto a quelle delle slot che accettano solo monete».
Secondo Cassiani gli effetti negativi non sono unicamente economici: «Rischiamo seriamente di ridare le chiavi del gioco alla criminalità organizzata, che si riaffaccia nel territorio con un’offerta che resterà completamente fuori controllo».

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