Saldi a Varese: male, anzi malissimo
VARESE – Incertezza sul futuro economico, confusione sulla possibilità o meno di spostarsi e liberalizzazione delle promozioni nelle ultime settimane dello scorso dicembre: questi i motivi nel Varesotto della partenza a rilento dei saldi. Ai quali si aggiunge l’avvio atipico del periodo dei ribassi, per la prima volta in due giornate lavorative.
In attesa del week-end, con aspettative comunque non positive, è negativo il bilancio, soprattutto per il settore dell’abbigliamento e delle calzature, registrato da Confcommercio provincia di Varese delle prime due giornate di saldi.
Varese
A Varese la media rispetto all’anno scorso è di una perdita sensibile di fatturato. Come sono partiti i saldi? «Male, malissimo» è la risposta più diffusa alla domanda rivolta a un campione di commercianti che, guardano ai prossimi giorni e alle prossime settimane con pessimismo, legati come sono a ordinanze e decreti. La Città Giardino, tra l’altro, non ha beneficiato delle giornate di “zona gialla” a causa del divieto per i non residenti di recarsi nel capoluogo, trasformando di fatto la città in area arancione permanente anche nel periodo prenatalizio che, infatti, ha fatto registrare una diminuzione degli incassi rispetto ai dodici mesi precedenti, con perdite che in alcuni casi hanno raggiunto il 40/50 per cento, nonostante le promozioni messe in vetrina da molte attività.
Busto, Gallarate e Saronno
Anche Busto Arsizio, Gallarate e Saronno registrano un andamento negativo nelle vendite tra ieri e oggi, pure se in percentuale inferiore rispetto a Varese. E anche al sud della provincia si attende, più con curiosità che con ottimismo, il week-end. In controtendenza, invece, in questa parte del territorio il bilancio delle vendite nei giorni che hanno preceduto il Natale: la possibilità di derogare alla legge regionale, proponendo sconti di solito non autorizzati nei trenta giorni precedenti i saldi, ha consentito di registrare fatturati simili a quelli del 2019.
Luinese
Passando al nord del Varesotto, l’area di Luino e Ponte Tresa appare come quella maggiormente colpita dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria. Nei territori della fascia di confine l’assenza di stranieri (svizzeri, ma anche tedeschi) ha comportato il calo drastico della clientela in tutto il mese di dicembre e in questi primi giorni del nuovo anno. E guardano al futuro, con l’ipotesi di un rigidissimo lockdown nel Canton Ticino fino al termine di febbraio, le prospettive diventano addirittura catastrofiche.
Infine, in tutto il territorio provinciale è calato il valore dello scontrino medio, segno evidente che si spende con prudenza e che ci si limita all’acquisto strettamente necessario.