sabato, Dicembre 21, 2024
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I giovani del Novarese e del VCO non vogliono più lavorare nella ricettività: ecco perchè

STRESA – Una fortissima crisi del personale a cui corrisponde una profonda crisi della motivazione, soprattutto nelle nuove generazioni.

È questo il punto focale dell’indagine condotta dagli studenti dell’Istituto Maggia di Stresa sotto la supervisione di Osservatorio Sonda.

Il Dirigente scolastico dell’Istituto, Fiorenzo Ferrari, insieme a Francesca Corbetta, consulente di Osservatorio Sonda e coordinatrice del progetto, hanno presentato i dati raccolti e analizzati proprio dagli studenti della scuola. Il progetto didattico è nato grazie all’idea di Carlo Zoppis, imprenditore e amministratore della Zoppis srl Società Benefit, Premium che ha tra i suoi obiettivi la promozione culturale del territorio in cui opera ed è inserita. Il contributo di Zoppis ha permesso agli studenti, grazie anche al supporto di altre due realtà locali Globalpesca e Piazza, di lavorare a stretto contatto con esperti del settore, acquisendo conoscenze preziose per la loro futura carriera professionale e di creare un’indagine professionale fondamentale per comprendere i bisogni del territorio.

La ricerca ha coinvolto imprenditori del settore del VCO e del Novarese, (oltre 1000 attività) tramite un questionario online e interviste dirette, culminando nella creazione di una relazione finale che evidenzia le esigenze e le problematiche del settore turistico-ricettivo.

Ma cosa è emerso dall’indagine? Il primo problema è proprio legato all’interesse dei giovani e dei lavoratori verso il settore della ricettività.

I giovani – in tutti i settori – non hanno più voglia di sacrificare tutto per il lavoro, la «qualità della vita» ha per loro un valore diverso/un ruolo più importante di quello che aveva per le generazioni precedenti. Un processo di cambiamento già in atto, ma accelerato dalla pandemia che ha imposto e ristabilito nuove gerarchie di valori. Ad influenzare il malcontento anche la «cattiva reputazione del settore» derivante da pratiche non virtuose da parte di gestori che se ne sono approfittati (lavoro in nero, straordinari non pagati, «sfruttamento», turni di lavoro molto lunghi…) e dal pensiero che l’alberghiero sia una scuola di seconda scelta, «per chi non ha voglia di studiare».

Così per chi si occupa di accoglienza sul territorio Novarese e nel VCO trovare personale è sempre più difficile. Il Passaparola è sempre ritenuto il metodo più efficace per trovare personale, mentre gli intervistati trovano meno performanti i siti di recruiting, i centri per l’impiego e le agenzie interinali. Le difficoltà si vivono poi tutti i giorni con personale senza adeguata preparazione tecnica (anche di base) in cucina mentre in sala il ruolo di cameriere spesso viene visto come un lavoro “temporaneo” e non come una professione con possibilità di carriera, con il rischio di abbandoni rapidi e repentini.

A complicare il quadro, subentrano poi anche fattori specifici legati al territorio con turismo stagionale, logistica per spostamenti e alloggi complicata e costosa.

Cosa stanno quindi facendo i gestori per cercare di migliorare le condizioni lavorative ed evitare gli abbandoni?

La cosa più importante per tutti è far sentire le persone parte di un progetto, una squadra creando un bel clima, (72%), motivandole attraverso gratificazioni emotive (41%) e aumentando i momenti di ascolto (31%). Chi ha potuto, ha ridotto i turni di lavoro (30%), aumentato i giorni di riposo (30%), ampliato il personale per ridurre i turni (28%) e/o modificato i giorni e gli orari di apertura e chiusura del locale (25%).

E per quanto riguarda la formazione?

Uno dei punti cruciali è quello che riguarda la necessità di aumentare le occasioni di contatto tra studenti e mondo del lavoro uscendo dalle aule e incontrando professionisti reali, che lavorano sul campo, in grado di trasmettere loro non solo competenze ma anche – e soprattutto – curiosità e passione. Introdurre corsi di formazione più specialistici per figure altamente qualificate come, ad esempio, pasticceri, sommelier e barman potrebbe essere una prima soluzione.

“Siamo estremamente orgogliosi di aver contribuito a questo progetto significativo per tutto il territorio. – commenta Carlo Zoppis – La passione e l’impegno degli studenti dell’Istituto Maggia sono la testimonianza vivente del potenziale che possiamo sbloccare quando l’educazione incontra la giusta energia e la giusta motivazione. Questa collaborazione rappresenta non solo un investimento nel futuro del settore ospitalità, ma anche un passo avanti verso la creazione di un settore più forte e coeso. La Zoppis che per statuto è società Benefit è felice di sostenere iniziative che possono smuovere e alimentare l’entusiasmo nelle nuove generazioni e siamo ansiosi di contribuire alla nascita di una generazione di giovani talenti capace di migliorare e cambiare il mondo dell’accoglienza di domani.”

“Il progetto è qualcosa di unico, assolutamente nuovo e mai realizzato altrove. – conclude il preside dell’I.I.S. Maggia Fiorenzo Ferrari – Abbiamo chiesto alle nuove leve della ristorazione e dell’ospitalità, ovvero gli studenti del Maggia, di affiancare i ricercatori per esplorare il fabbisogno del personale attraverso la voce degli imprenditori. La scuola e il mondo del lavoro hanno compiti e ambiti di competenza diversi ma devono parlarsi: è l’unico modo per risolvere il problema della dispersione scolastica ma soprattutto la dispersione dei talenti. La visione illuminata della società benefit Zoppis restituisce al territorio un’analisi di cui si dovrà tenere conto per ridefinire una progettazione strategica condivisa per mettere al centro le nuove generazioni”.