giovedì, Dicembre 26, 2024
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Maltempo Novara e Vco: floricoltura in ginocchio

Nel giro di poche decine di minuti, sono caduti chicchi di grandine grossi come noci.

NOVARA-VCO – Raccolto perduto e stagione compromessa per numerose imprese florovivaistiche, nel pieno della fioritura delle acidofile ed altre specie. E’ pesantissimo il bilancio per l’agricoltura verbanese in seguito alla grandinata che ieri sera si è abbattuta su un’ampia fascia del lago Maggiore, proveniente da nordest.

Il tutto si è consumato nel giro di poche decine di minuti: il cielo che si oscura e un’inversione termica velocissima, con l’aria gelida delle Alpi che piomba su una serata dalle temperature estive, ben superiori ai 20 gradi (ieri in giornata si sono sfiorati i 30 anche in Ossola e in pieno giorno).
Il risultato? Chicchi grossi come noci, che hanno devastato serre, scoperchiato tetti e sfregiato pesantemente le coltivazioni in pieno campo: l’areale colpite corrisponde al fulcro della floricoltura del Verbanese e va dalla città capoluogo, alle colline dell’entroterra fino a Ghiffa e oltre.

I danni sono ingentissimi (si parla di migliaia di euro per ogni impresa) per un computo finale che potrebbe essere davvero molto elevato: attualmente i tecnici di Coldiretti sono al lavoro per una stima complessiva.
“L’acqua è scesa violentissima e ha dilavato il terreno” racconta un’imprenditrice di Zoverallo. “I teloni sono tutti bucati, le colture in tunnel sono state distrutte, così come quelle in pieno campo”.
“Un evento disastroso, che arriva nel pieno delle fioriture e che, ancora una volta, evidenzia l’imprevedibilità di un clima sempre più fuori controllo” aggiunge Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco.
“L’agricoltura è la prima a pagare direttamente questa situazione: ai consueti rischi d’impresa, infatti, per gli imprenditori agricoli si aggiungono quelli legati al clima e all’impossibilità di prevedere situazioni che, nel giro di pochi istanti, possono giungere a compromettere il raccolto di un anno di lavoro”.

La grandine – commenta la Coldiretti – è uno dei nemici più temuti in questa fase di primavera, che in effetti, ha registrato un passaggio repentino tra temperature invernali e temperature prettamente estive: gli evidenti sbalzi di temperatura che si registrano soprattutto nella fascia collinare e prealpina possono portare a questi eventi, di portata anche violenta.
Proprio per le bizze del clima, nel 2017 l’agricoltura è stato l’unico settore a far segnare un calo nelle ore lavorate (-1.2%): anche nelle nostre campagne, si sono alternate una storica siccità e violenti nubifragi a macchia di leopardo.

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