Lombardia, Liguria e Veneto dicono “No” al Piano nazionale di integrazione
MILANO – “Questo documento vuole rendere ufficiale la resa dell’Italia di fronte all’invasione di clandestini che stiamo subendo. Mentre Renzi e Gentiloni propongono in modo aleatorio di aiutare gli immigrati a casa
loro, il Governo vuole approvare un documento che sembra più un manifesto di partito. Dovrebbe essere un testo sull’accoglienza rivolto all’integrazione dei rifugiati politici e invece vuole dare indicazioni agli enti locali e anche agli aspiranti profughi”. Lo hanno dichiarato gli assessori regionali con delega all’Immigrazione di Liguria, Lombardia e Veneto, rispettivamente Sonia Viale, Simona Bordonali e Manuela Lanzarin, in merito al piano nazionale integrazione per i titolari di protezione internazionale, presentato dal ministero dell’Interno ai rappresentanti delle Regioni italiane.
IL DOCUMENTO
Il documento è stato sviluppato dal Governo in collaborazione con il ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali, le Regioni Piemonte e Sicilia, l’Unione delle province Italiane, l’Associazione nazionale dei comuni Italiani, l’Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Commissione Nazionale per il diritto di asilo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
NON UBBIDIREMO A IMPOSIZIONI LINGUISTICHE
“Il ministero con un documento ufficiale vuole catechizzare gli italiani sul linguaggio da utilizzare, bandendo espressioni come “migranti illegali” o “clandestini”. Noi non ubbidiremo ad assurde imposizioni linguistiche e continueremo a utilizzare questi termini senza alcun problema, visto che sono contenuti nel dizionario della lingua italiana” hanno aggiunto i tre assessori regionali. “Nel piano – aggiungono Viale, Bordonali e Lanzarin –
si invita inoltre ad aprire su tutto il territorio nazionale nuovi luoghi di culto, con particolare riferimento alle moschee. Punto che non ci trova d’accordo anche per la poca chiarezza sulla provenienza dei fondi utilizzati per costruire centri islamici”.
DOCUMENTO DI PARTITO
“Nel documento inoltre – proseguono gli assessori all’Immigrazione di Liguria, Lombardia e Veneto –
vengono apertamente addossati a regioni ed enti locali tutti i costi economici e sociali della presa in carico sanitaria educativa e sociale dei richiedenti asilo. Il governo Gentiloni vorrebbe che fossero gli enti locali a mettere le pezze a un sistema di accoglienza fallimentare e malato, senza nemmeno prevedere risorse da destinare ai progetti. Di fatto si tratta di un documento di partito, in cui si parla ancora di immigrati che pagano le pensioni agli italiani e si suggerisce di dare priorità agli immigrati nell’assegnazione di lavoro e di case popolari. Siamo alla follia, al razzismo contro gli italiani” attaccano Viale, Bordonali e Lanzarin.
CARTA DI GENOVA
“La nostra proposta invece è quella contenuta nella carta di Genova firmata dalle tre regioni che siamo
chiamate a rappresentare: dichiarazione stato di emergenza, stop agli sbarchi con presidi in Nordafrica e rimpatrio immediato di tutti i clandestini. Solo rispettando le regole di base e con un numero contenuto di arrivi sarà possibile attuare reali politiche di integrazione di chi davvero fugge dalla guerra, ossia solo il 5% delle persone che stiamo accogliendo attualmente” concludono.
Cor. Sar.